martedì 26 maggio 2009

IL PAESE DELL'UTOPIA (Giacinto Auriti) - Parte 3

1-2 LA MONETA E LA CIRCOLAZIONE


La moneta fu definita in modo esauriente da Aristotile come misura del valore.

In ogni frase vi sono sempre due significati: uno esplicito e l'altro implicito. Il limite dei monetaristi sta nel fatto di essersi limitati a considerare solo il significato esplicito della definizione di Aristotile, “misura del valore” ed ignoravano quello implicito: “valore della misura”. Ogni unità di misura ha infatti, necessariamente, la qualità corrispondente a ciò che deve misurare. Come il metro ha la qualità della lunghezza perché misura la lunghezza, la moneta ha la qualità del valore perché misura il valore. Sicché la moneta non è solamente la misura del valore, ma anche il valore della misura che è il potere d'acquisto.

Poiché ogni unità di misura è una convenzione ed ogni convenzione è una fattispecie giuridica, la moneta è una fattispecie giuridica. Dunque, la materia prima per fabbricare moneta è la medesima che serve a produrre fattispecie giuridiche: forma e realtà spirituale ossia simbolo e convenzione monetaria.

In breve il simbolo acquista valore monetario per il semplice fatto che ci si mette d'accordo che lo abbia. La previsione del comportamento altrui come condizione del proprio, induce ognuno ad accettare moneta contro merce perché prevede di poter dare, a sua volta, moneta contro merce.

La nascita di valore monetario, anche nel simbolo di costo nullo (6), indusse Pitagora a definire il valore monetario come “magia del numero”. Per numero si intendeva la misura perché ogni misura è un'espressione numerica: tanto è vero che normalmente si parla di “unità” di misura.

Per spiegare il mistero della magia del numero abbiamo applicato il principio fondamentale della “circolarità delle scienze” per cui, quando non si riesce a spiegare un fenomeno nell'ambito della categoria scientifica in cui si manifesta, si deve ricorrere ad una categoria scientifica diversa applicando il principio per analogia. Con questo metodo abbiamo scoperto l'induzione giuridica
utilizzando l'esperienza dell'induzione fisica. Come nella dinamo si trasforma energia meccanica in energia elettrica, così nella moneta si trasforma il valore di una convenzione cioè di una realtà spirituale, in un bene reale oggetto di proprietà.

Qui il tempo viene oggettivato per induzione in maniera più intensa di quanto non avvenga nelle altre fattispecie giuridiche. Mentre di regola la strumentalità peculiare di ogni norma consiste nella tipica “previsione normativa”, la funzione della moneta non è limitata alla sola misurazione convenzionale (cioè normativa) del valore dei beni economici, ma costituisce, essa stessa, bene oggetto di scambio perché incorpora per induzione giuridica il “valore della misura”.

Nella fattispecie monetaria l'elemento formale del simbolo non ha il solo scopo di manifestare la convenzione, ma conferendo al portatore la previsione di “poter acquistare”, cioè il potere d'acquisto, incorpora il “valore della misura” e diventa così un bene nuovo, completamente autonomo e diverso da quelli misurati, tanto è vero che ne costituisce il corrispettivo nello scambio negoziale della compravendita.

Questo argomento non poteva essere considerato da Pound perché non sapeva che il valore è “tempo” e non “spazio” cioè previsione e non merce.

Come nella dinamo l'alternanza del polo positivo col negativo nella rotazione dell'indotto causa il campo elettromagnetico che genera energia elettrica, così nella convenzione monetaria il succedersi delle fasi della circolazione della moneta nelle mani proprie ed altrui determina analoga-mente l'alternanza dell' “Io” col “non Io”, del mio col tuo, che genera, per induzione giuridica, valore monetario.

Come, nell'indotto fisico, nasce energia elettrica quando comincia la rotazione della dinamo, analogamente nasce il valore monetario all'atto dell'emissione nelle mani dell'accettante perché ne prevede la ulteriore cessione e circolazione nell'indotto giuridico.

Come nella dinamo aumentando la velocità di rotazione aumenta la quantità di energia elettri-ca, così aumentando la velocità di circolazione della moneta ne aumenta il valore indotto, cioè il potere d'acquisto.

Su questo principio le banche d'affari creano quantitativi illimitati di valore, attribuendo ai depositi bancari la velocità della luce trasferendoli da un continente all'altro con gli impulsi elettronici dei computer. Il fenomeno è stato definito dal Governatore della Banca d'Italia, come “deposito transnazionale che sfugge al controllo delle banche centrali”. Poiché il valore indotto è causato dalla circolazione della moneta, analogamente all'energia elettrica causata dalla rotazione della dinamo, mancando la consapevolezza scientifica del fenomeno, il governatore Fazio per esprimere il concetto, ha collegato la parola “deposito” che ha un significato statico, col termine “transnazionale” che ha un significato dinamico. Ha proposto così una definizione irrazionale del valore indotto perché espressa con due termini tra loro incompatibili.

In conclusione la moneta non è solo il prodotto di una convenzione, ma di una attività convenzionale che, nella sua continuità, realizza il “potere d'acquisto” per induzione in una fattispecie di sociologia giuridica. La moneta che non circola è un mero simbolo, non è moneta.

Il simbolo monetario può assumere tutte le forme possibili delle fattispecie giuridiche. Come la luce rossa e verde del semaforo è forma di norme giuridiche, perché consentono e vietano il transito, così il simbolo monetario può essere realizzato, per convenzione, nella luce del computer.

Per spiegare la differenza tra diritto e sociologia giuridica basta portare un esempio elementare: il “contratto di compravendita” è fattispecie giuridica; “compratore e venditore legati dal con-tratto” è fattispecie di sociologia giuridica. È nell’ambito di questa seconda fattispecie che nasce e sussiste nella sua continuità, il valore indotto.

Come la corrente elettrica è causata dalla rotazione che alterna polo positivo e polo negativo degli elementi elettrogeni, così l' io e l'altro, l'io e il non io, sono i poli giuridici nel cui ambito nasce il valore indotto. Come l'energia elettrica non nasce se non gira la dinamo, così il valore monetario non nasce se non circola la moneta nella attività negoziale del mercato. La moneta è diritto che vive.





6) La carta moneta creata al puro costo tipografico.

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