venerdì 25 febbraio 2011

Paolo Barnard apriamo tutti insieme il capitolo delle soluzioni




Ho appena finito di leggere l'ultimo aggiornamento - il nono - de "il più grande crimine", di Paolo Barnard, giornalista che ammiro e stimo.

Il succo dell'aggiornamento riguarda il fatto che quella che Barnard definisce l'Italia vera - l'uomo della strada - non ha il tempo, la voglia e le risorse per seguire i complessi ragionamenti che la porterebbe a comprendere le origini delle misere condizioni di vita che affronta e con le quali si confronta quotidianamente.
Sinceramente un po' mi sorprende che Barnard ne parli, come se non se ne fosse mai reso conto. Ricordo che egli stesso scrisse - in riferimento a Travaglio - che alle persone non serve a nulla sapere nel dettaglio i misfatti di questo o di quello, e che bene o male tutti sanno e "sentono" che qualcosa non va, che non è giusto, e via dicendo.
A cosa è servito allora parlare al dipendente del Fini grill dell'Euro, della Trilaterale, Bilderberg, wage deflation ecc.? (tanto di cappello comunque per averlo fatto).

Personalmente, per quanto deprimente possa essere, la considero una cosa ovvia. E' una caratteristica propria della psicologia umana quella di non voler aggiungere altri problemi - per giunta più complessi - a quelli che già deve affrontare.

Per questo motivo, o meglio: anche per questo motivo da tempo sostengo - e spero di non essere l'unico - che è inutile, o quanto meno inefficace, concentrarsi sui problemi che ci affliggono.
Dobbiamo concentrarci sulle possibili soluzioni di quei problemi.

Cosa intendo dire con "concentrarci sulle soluzioni"? Ovviamente dove c'è un problema c'è una soluzione. Per soluzioni non intendo certo formule economiche astruse. Le soluzioni iniziali di cui abbiamo bisogno sono semplici, elementari.

Prima di tutto necessitano di un piccolo ragionamento, come premessa.
Lo scopo dell'essere umano è la felicità - senza entrare in questioni esistenziali, atteniamoci qui alla sfera pratica.
La felicità è un concetto soggettivo, e può derivare da vari fattori, ma sicuramente per nascere ha bisogno di una condizione: il soddisfacimento dei bisogni.
Ora, i bisogni dell'essere umano, come quelli di qualunque altro animale, sono relativamente semplici: ogni uomo deve poter mangiare, bere e godere di buona salute. A livello pratico il "godere di buona salute" si articola in: poter vivere in un ambiente sano, avere accesso alle cure se dovesse ammalarsi, e potersi riparare dalle intemperie della natura.
Non serve altro, davvero, parlando di bisogni non serve altro.
Vivendo noi in questo sistema malato, che senza i maledetti soldi non concede nulla, la vera necessità che abbiamo è quella assicurarci il soddisfacimento di questi bisogni elementari. La paura di oggi è proprio quella di non poter soddisfare questi diritti fondamentali di ogni essere umano: paura di non trovare un lavoro che ci permetta di mangiare o poter dare da mangiare alle nostre famiglie; paura di non potersi "permettere" una casa in cui poter vivere; paura di non potersi "permettere" un futuro per sé o per i propri figli.

Le soluzioni sono quindi quei cambiamenti, conoscenze/tecnologie o possibilità che ci consentirebbero di riappropriarci delle risorse necessarie a soddisfare i nostri bisogni essenziali.
Questa, a mio avviso, è la vera base da cui partire.
Ovviamente non dico di focalizzarsi solo su questi aspetti, è giusto e auspicabile contestualizzare la nostra realtà quotidiana e capire i fattori che la creano o la influenzano.
Tuttavia credo che sia fondamentale capire che la paura del cambiamento deriva dall'insicurezza e dalla paura di non poter soddisfare un domani - ma anche durante il processo di cambiamento - quei semplici bisogni che ho elencato prima.

La priorità deve essere la condivisione delle conoscenze e la ricerca delle migliori soluzioni ai vari problemi, grandi e piccoli, che viviamo quotidianamente.

Sempre Barnard conclude il sesto aggiornamento dicendo "Prima cosa fate questo" riferendosi alla presa di coscienza delle cause internazionali dello status quo "poi per le soluzioni apriamo un altro capitolo. Ci sono."

Credo sia ora di aprire tutti insieme quel nuovo capitolo.

Davide B.

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