lunedì 4 giugno 2012

Estratti da Apologia per John Brown - H.D.Thoreau

Riporto di seguito alcuni estratti da Antologia per John Brown di Thoreau, in quanto ritango che possano essere utili per stimolare la riflessione sul nostro ruolo nella società, soprattutto in "tempi duri" come questi.


Non andò ad Harvard – quella buona e vecchia Alma Mater; non fu nutrito con la pappa che vi si somministra. Confessò lui stesso: “Non so più grammatica d’uno dei vostri vitelli”. Ma andò alla grande università dell’Ovest, dove assiduamente perseguì lo studio di una materia per la quale aveva mostrato una spiccata inclinazione, lo studio della libertà, e laureatosi diverse volte in quella disciplina cominciò finalmente, nel Kansas come tutti sanno, la pubblica professione di umanità. Queste erano le sue humanae litterae, non lo studio della grammatica. Avrebbe pronunciato una parola greca sbagliandone gli accenti, ma avrebbe raddrizzato un uomo che stesse per cadere.

“Preferirei” disse “avere il vaiolo, la febbre gialla e il colera tutti insieme al mio campo, piuttosto che un uomo senza principi… E’ uno sbaglio, signore, pensare, come fa il nostro popolo, che i ribaldi siano i migliori combattenti e gli uomini più adatti da opporre ai sudisti. Datemi uomini di buoni principi – uomini timorati di dio – uomini che abbiano rispetto di se stessi, e con una dozzina di questi io mi opporrò a qualsiasi numero di nemici, come questi banditi di Buford (un colonnello schiavista contemporaneo di Thoreau NdR).

Non attribuì solamente il proprio successo alla “sua stella” o a qualche altra magia. Disse, giustamente, che la ragione per cui tali forze superiori di numero gli cedevano, era – come confessò uno dei suoi prigionieri – che non avevano una causa per cui combattere, una specie di armatura, questa, che né a lui né al suo partito mancò mai. Quando fu l’ora, risultarono ben pochi gli uomini disposti a dare la vita in difesa di ciò che sapevano sbagliato; non volevano che quello fosse il loro ultimo atto in questo mondo.

Noi aspiriamo ad essere qualcosa di più che stupidi e timidi beni mobili che fingono di leggere la storia e la Bibbia, ma insozzano ogni casa e ogni giorno nei quali respirano.

(Riferito ai giornalisti dell’epoca che si fecero beffe del gesto di John Brown NdR) Certo tu puoi guadagnare di più con un quarto di latte che non con un quarto di sangue al tuo mercato, ma non è là che porta il suo sangue un eroe.
Tali persone non sanno che il frutto è come la semente e che nel mondo morale quando si pianta un buon seme un buon frutto è inevitabile, indipendentemente dal nostro annaffiarlo o coltivarlo; che quando si pianta, o seppellisce, un eroe sul campo, una messe d’eroi spunta su, senza fallo. Questa è una semente di tale forza e vitalità che non chiede il nostro permesso per germogliare.

Senza dubbio molti sono ben disposti ma sono pigri per costume e carattere e così non possono pensare che un uomo sia mosso da motivi più alti dei loro. Conseguentemente, decidono che quest’uomo è pazzo poiché sanno che essi non possono agire come lui, fintantoché resteranno se stessi.

L’uomo pensoso diviene eremita nelle strade del mercato.

Importanti e influenti direttori di giornali, usi a trattare con i politicanti, uomini d’un livello infinitamente inferiore, dicono nella loro ignoranza che Brown agì “per vendetta”. Non conoscono l’uomo. Non ho alcun dubbio che verrà il giorno in cui cominceranno a vederlo com’era. Devono concepire un uomo di fede e principi religiosi, non un politicante o un indiano; un uomo che per dare la vita alla causa degli oppressi non attese d’essere personalmente ostacolato o impedito a compiere qualche affare di scarsa importanza.
Era un uomo superiore. Non diede nessun valore alla sua vita fisica, di fronte agli ideali. Non sottoscrisse ingiuste leggi umane, ma gli resisté come sentiva dentro di sé. Una volta tanto siamo alzati sopra la trivialità e la polvere della politica, nella regione della verità e della virilità.


Nel suo caso non vi sono eloquenze oziose e preparate, discorsi da fanciulle, complimenti all’oppressore – la sua ispiratrice è la verità, e la sincerità forbisce le sue frasi. Poteva permettersi di perdere il suo fucile modello Sharp fintantoché conservava la sua capacità di far discorsi – un fucile infinitamente più sicuro e di più lunga portata.

Parliamo di un governo rappresentativo; ma che mostro di governo è quello nel quale le più nobili facoltà della mente e l’intero cuore non sono rappresentati?
Il solo governo che io riconosca è quel potere che stabilisce la giustizia sulla terra, mai quello che vi stabilisce l’ingiustizia.

Se dei privati sono costretti a compiere le funzioni del governo per proteggere i deboli e dispensare giustizia, allora il governo diventa solo un mercenario, un impiegato che compie solo uffici servili o di poca importanza.

Quando mai i buoni e i coraggiosi furono in maggioranza? Avreste voluto che aspettasse fino a quel momento?

Io parlo per gli schiavi quando dico che preferisco la filantropia del Capitano Brown a quella che se non mi uccide neppure però mi libera.

Questi uomini, insegnandoci a morire, al tempo stesso ci hanno insegnato a vivere.

E’ forse impossibile che un individuo abbia ragione e un governo abbia torto? Forse che le leggi devono essere imposte solo perché furono fatte? O devono essere dichiarate giuste da un quasiasi numero di uomini quando questi sanno che non sono giuste? E’ necessario che un uomo sia uno strumento per compiere un fatto che la sua natura migliore disapprova? E’ forse intenzione dei legislatori che gli uomini giusti siano sempre impiccati? E i giudici, devono forse interpretare la legge alla lettera senza interpretarne lo spirito? Che diritto avete, voi, a stringere un patto con voi stessi impegnandovi a fare questo o quello contro la luce che è in voi?
Che gli avvocati decidano solo su casi di poco conto. Gli affaristi possono deciderlo da sé. Se fossero gli interpreti delle leggi eterne che giustamente legano l’uomo (a giudicare), allora la cosa sarebbe diversa. Ma è una ben ingannevole fabbrica di leggi questa che per metà è in terra schiava e per metà in terra libera! Che razza di leggi per uomini liberi potete aspettarvi?


“Nessuno mi mandò qui: fui spinto da me stesso e dal mio Fattore. Non mi riconosco alcun padrone di forma umana.” John Brown

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